Il linguaggio si sviluppa attraverso tappe evolutive.
È necessario tener presente che:
- ogni bambino ha il proprio “ritmo” evolutivo;
- il sistema linguistico è molto complesso e costituito da più componenti (fonologia, morfologia, sintassi, semantica e pragmatica)
- lo sviluppo linguistico del bambino va inserito nello sviluppo evolutivo complessivo (senso-motorio, cognitivo, relazionale, emotivo-affettivo).
Le principali tappe evolutive
- Dalla nascita a 7-8 mesi, si possono distinguere particolari comportamenti vocali.
Pianti e grida che inizialmente si riferiscono a cambiamenti fisiologici interni e in seguito assumono una funzione più specifica per segnalare bisogni primari.
Vocalizzi, emissioni modulate che si distinguono dal pianto e coinvolgono l’interlocutore in uno scambio comunicativo e relazionale. Dopo il 3° mese i vocalizzi esprimono benessere e disagio.
La lallazione è la ripetizione di sillabe (pa-pa-pa-pa, ma-ma-ma, ecc). Il bambino in questa fase non conosce il significato di ciò che dice ma esprime la sua intenzionalità comunicativa. - Da 9 mesi a 18-24 mesi
Imitazione dei suoni, l’ambiente ha la fondamentale funzione di rinforzare i comportamenti verbali che si presentano spontaneamente.
Suoni intenzionali, sono i primi suoni dotati di significato. Il bambino diventa sempre più intenzionale e manifesta la sua volontà.
Ecolalia, ripetizione di suoni intenzionali.
Parola-frase, intorno ai 12 mesi il bambino produce le prime parole e ne coglie il valore semantico, indica azioni e esprime significati complessi modulando l’intonazione di queste parole. Il significato è determinato anche dal contesto e dall’intonazione che suggeriscono gli elementi linguistici mancanti. La semplice parola “mamma” può comunicare “voglio mamma”, “mamma dai” oppure se pronunciata piangendo “mamma aiutami”. Tra i 19 e i 24 mesi si verifica l’esplosione del vocabolario, con un incremento molto marcato della produzione linguistica.
Se ciò non avviene, ci possiamo trovare di fronte ad un ritardo del linguaggio. In questi casi è fondamentale valutare tutti gli ambiti di sviluppo attraverso un’equipe multidisciplinare. È necessario valutare le abilità linguistiche, psicomotorie, medico biologiche, psicologiche, ambientali. - Dai 18 mesi a 6 anni.
Stile telegrafico, intorno ai 2 anni il bambino comincia a costruire frasi semplici di due elementi, che sono versioni abbreviate di proposizioni adulte (es. “mio babbo”, “dai pappa”). Gli elementi omessi appartengono alla categoria dei funtori (articoli, avverbi, preposizioni, congiunzioni, pronomi, verbi copulativi, verbi ausiliari, inflessioni). Le parole utilizzate sono sostantivi, verbi, aggettivi.
In seguito gli enunciati diventano più lunghi e complessi e cominciano a essere organizzati secondo i principi grammaticali. È difficile valutare il livello di sviluppo grammaticale di un bambino basandosi soltanto sull’età cronologica. Dal punto di vista quantitativo un indice globale dello sviluppo grammaticale è dato dalla crescita della lunghezza media dell’enunciato (LME).
L’evoluzione della sintassi è, dunque, lenta e diversificata e ciascuna conquista è influenzata da una molteplicità di fattori sia cognitivi e sociali, sia fonologici, semantici e pragmatici.
Il bambino passa gradatamente da uno stile telegrafico all’uso di frasi di tipo adulto, complete e complesse, con padronanza sia delle regole della grammatica che di quelle del discorso.
All’età di 5-6 anni il bambino ha acquisito tutti i fondamentali elementi del linguaggio: struttura in modo corretto le frasi (incluse le relative, le passive e le interrogative), usa in modo sufficientemente corretto le fondamentali regole grammaticali e sintattiche. Ovviamente continuerà in età scolare ad arricchire il suo vocabolario, ad apprendere meglio le regole grammaticali e sintattiche, a sviluppare la funzione pragmatica e a potenziare il linguaggio come strumento di pensiero.
Come intervenire ?
Prima di svolgere una terapia logopedica è indispensabile aver eseguito una valutazione multidisciplinare mirata e approfondita. Una valutazione multidisciplinare è eseguita da Neuropsichiatra Infantile, Logopedista e/o Neuropsicomotricista e/o Psicologo.
La valutazione logopedica è un processo fondamentale per conoscere il bambino e la difficoltà che lo interessa, analizzando le molteplici variabili e il loro peso.
In questo modo è possibile costruire un profilo comunicativo-linguistico e completare la propria analisi con un bilancio logopedico.
Alla luce dei risultati che emergono dalla valutazione, si delineano gli obiettivi terapeutici da perseguire.
Tempi e modalità d’intervento sono determinanti per garantire un servizio efficace (utile alle difficoltà del bambino) ed efficiente (che permetta di raggiungere gli obiettivi preposti ottimizzando le terapie logopediche).
L’approccio è di tipo ecologico, utilizzando materiale ludico (giochi di uso comune), figurato (immagini che rappresentano suoni, fonemi specifici) per stimolare la produzione verbale.
Di fondamentale importanza è il ruolo della famiglia, poiché il lavoro impostato durante le terapie deve essere ripresentato a casa per 5 o 10 minuti al giorno, indispensabili per assimilare, apprendere e memorizzare le attività svolte.
A tal fine, durante le sedute, sarà costruito materiale specifico e personalizzato per esaltare i punti di forza e potenziare le aree deficitarie proprie di ogni bambino.
Ogni bambino necessita
del proprio incastro
per raggiungere
l’integrità delle autonomie
linguistiche e comunicative.