La disprassia è un disturbo che si manifesta in età evolutiva, da 5 a 11 anni, si riferisce alle difficoltà nel compiere alcune semplici azioni quotidiane, come vestirsi, parlare, giocare, ecc…
La disprassia è un disturbo che riguarda l’esecuzione volontaria e intenzionale di azioni quotidiane comuni.
La difficoltà è, principalmente, riferita alle capacità di pianificare, programmare ed eseguire atti motori per raggiungere uno scopo (allacciarsi le scarpe, raccontare una storia, seguire con lo sguardo un oggetto). Può provocare deficit nelle attività scolastiche come scrivere o leggere.
Le cause che provocano la disprassia non sono ad oggi note, ma riconoscere i sintomi è fondamentale per effettuare una diagnosi corretta ed intervenire tempestivamente con terapie adatte.
Quelle più comuni sono:
- Disprassia verbale: nel bambino si evidenzia una ridotta capacità di elaborare frasi, di esprimerle in maniera chiara e corretta. Gli ostacoli si possono mostrare anche in riferimento a concetti elementari (ad esempio: metto il pigiama, lavo i denti e vado a dormire).
- Disprassia motoria: si riferisce alla difficoltà nell’eseguire movimenti automatizzati, spontaneI, volontari. Il bambino che presenta questo tipo di disprassia incontra difficoltà nelle azioni legate al movimento come camminare, scrivere, vestirsi, ecc.
- Disprassia oculare: si manifesta una minore capacità di controllare i movimenti oculari e lo sguardo. Si può manifestare con l’incapacità di seguire un oggetto con gli occhi, il bambino con questo tipo di disprassia, per eseguire tale compito, deve muovere tutta la testa.
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Come intervenire ?
Se un genitore o un’insegnante riconosce nel bambino delle difficoltà linguistiche, impaccio motorio e mancata coordinazione oculo-manuali il primo passo è eseguire una valutazione multidisciplinare mirata e approfondita.
Una valutazione multidisciplinare è eseguita da Neuropsichiatra Infantile, Logopedista e Neuropsicomotricista.
La valutazione logopedica è un processo fondamentale per conoscere il bambino e la difficoltà che lo interessa, analizzando le molteplici variabili e il loro peso.
In questo modo è possibile completare la propria analisi con un bilancio logopedico.
Alla luce dei risultati che emergono dalla valutazione, si evidenziano gli obiettivi terapeutici da perseguire.
Tempi e modalità d’intervento sono determinanti per garantire un servizio efficace (utile alle difficoltà del bambino) ed efficiente (che permetta di raggiungere gli obiettivi preposti ottimizzando le terapie logopediche).
L’approccio è di tipo ecologico, utilizzando materiale ludico (giochi di uso comune) e figurato (immagini che rappresentano suoni, fonemi specifici) per stimolare la produzione e la comprensione del bambino.
Di fondamentale importanza è il ruolo della famiglia, poiché il lavoro impostato durante le terapie deve essere ripresentato a casa per 5 o 10 minuti al giorno, indispensabili per assimilare, apprendere e memorizzare le attività svolte.
A tal fine, durante le sedute, sarà costruito materiale specifico e personalizzato per esaltare i punti di forza e potenziare le aree deficitarie proprie di ogni bambino.
Ogni bambino necessita
del proprio incastro
per raggiungere
l’integrità delle autonomie
linguistiche e comunicative.